10/03/11

Vergine o giovane donna ?

Come da antiche traduzioni che contengono una qualche ambiguità si possono costruire castelli di fede e castelli di frode...



Su Repubblica del 10.3.11 appare un articolo interessante:

"Due nuove traduzioni con scelte più al passo con i tempi". 
Così l’America aggiorna la Bibbia.
Le versioni rivedute hanno l'imprimatur della chiesa cattolica e degli evangelici

Come best-seller rimane il dominatore incontrastato di tutti i tempi: 415 milioni di copie vendute solo in America, per le due versioni più popolari. Eppure ogni riedizione di questo testo ha ancora la capacità di fare notizia, accendere la curiosità, innescare le controversie. Ovviamente è la Bibbia, di cui arrivano in simultanea, opportunamente lanciate nel mercoledì delle ceneri, due nuove traduzioni "aggiornate". Si tratta di due versioni dell´Antico Testamento che hanno l´imprimatur della Chiesa cattolica e degli evangelici: le due edizioni di gran lunga più diffuse tra i fedeli negli Stati Uniti.
L´evento fa scalpore perché da diversi decenni né l´una né l´altra traduzione ufficiale erano state cambiate (nel caso della cattolica dal 1970, per quella evangelica dal 1984). Ma ancora di più, l´attenzione è legata alle operazioni "linguistiche". Gli adattamenti sono fatti in nome della modernità: per avvicinarsi al linguaggio parlato di oggi, per non perdere contatto coi giovani, e così via. Ma dietro questi interventi "tecnici" spuntano scelte di valori, possibili innovazioni interpretative, ed è qui che gli appigli per le controversie si moltiplicano. La New American Bible (cattolica) sceglie "sacrificio bruciato" al posto di "olocausto" perché questa seconda parola ha assunto storicamente un significato troppo pregnante, che oblitera la sua origine più antica.
Fin qui nessun problema, come per altre scelte linguistiche che, nel giudizio del Washington Post, "suonano al tempo stesso più poetiche e più contemporanee". Si entra su un terreno minato invece nella traduzione del brano di Isaia 7: 14, dove si dice che "una giovane donna", non più "una vergine", concepirà e avrà un figlio. In nome del politically correct, sparisce un riferimento alla profezia su Maria? In quanto alla New International Version (la Bibbia dei protestanti evangelici), al posto della "natura peccaminosa" mette "la carne". Secondo Doug Moo, presidente del comitato di 15 esperti che hanno realizzato la nuova traduzione, questo "lascia aperta per i lettori la questione se il peccato sia un aspetto fondamentale della nostra natura, o solo una delle tante forze esterne a cui siamo esposti". Laddove certi passaggi della Bibbia tradotta nel 1984 escludevano le donne dall´"esercitare autorità" sugli uomini nella Chiesa, ora sono escluse solo dall´"assumere" il potere. Nelle note si spiega che "sta all´interpretazione individuale decidere se questo si riferisca a tutte le forme di autorità sugli uomini nella Chiesa, o solo a certi contesti". Più ardita e controcorrente è la correzione che gli esperti evangelici introducono nella Genesi. Nel 1984 sotto la pressione del femminismo Dio non faceva "gli uomini a sua immagine e somiglianza", bensì "gli esseri umani" che include ambo i sessi. Oggi si torna a una versione più fedele all´originale: "mankind", che significa l´umanità ma contiene la parola "uomo", al maschile. Sottigliezze che tuttavia non hanno più il peso politico di una volta: oggi l´americano medio ha a disposizione sul suo telefonino 50 applicazioni con altrettante interpretazioni diverse della Bibbia.
... 

Ho evidenziato le parti più scottanti di questo articolo. Sulla seconda frase c'è poco da dire. Il testo biblico parla di Dio che creò ha'adam che significa "umanità" (e il termine significava questo già in ugaritico), quindi tradurre con "essere umano" anziché con "uomo" è corretto. La rivendicazione femminista avrebbe semplicemente (sic) costretto a rispettare il testo originale.

Rispetto alla prima frase ho ritenuto invece di scrivere una lettera a Repubblica:

Leggo l'articolo sulle nuove traduzioni della Bibbia e mi sorprende l'articolista quando insinua che la nuova traduzione "giovane donna" al posto di "vergine" (Isaia, 7:14) risponda a criteri di 'politically correctness', cioè a chissà quali influenze anticattoliche. Non sparisce una fin qui affermata profezia sulla Madonna, come viene detto, ma, più semplicemente, si ripristina una verità linguistica che le versioni cristiane avevano abbondantemente alterato; parola di Papa Woitjla che nell'Udienza Generale del 31 gennaio 1996 esplicitamente riconobbe "...il vocabolo usato (almah), infatti, significa semplicemente "una giovane donna", non necessariamente una vergine". Nel Vecchio Testamento non esiste quindi alcuna profezia su una futura vergine; le madri sono e restano semplicemente delle giovani donne che hanno conosciuto un uomo. Come natura vuole. Non se ne prenda a male nessuno.

La trascrizione dell' Udienza papale si trova qui: 
http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/audiences/1996/documents/hf_jp-ii_aud_19960131_it.html

...

In una mia intervista a Mauro Perani, Ordinario di Ebraico presso l'Università di Bologna e Segretario dell'Associazione Italiana per lo Studio del Giudaismo, poi pubblicata su Quaderni Radicali 102 del novembre 2008 (cfr. post "Rapporto uomo-donna nell'ebraismo antico e medievale"), avevo già affrontato proprio questo argomento:

Domanda: "...nella versione dei Settanta (la traduzione della Bibbia in greco effettuata fra il III° ed il I° secolo a.c. dagli ebrei grecofoni di Alessandra d’Egitto) il termine ebraico ‘almah, giovane donna, venne reso col greco parthènos, vergine..."

Perani: "...all’epoca questo termine (parthènos) non significava tecnicamente “vergine”, ma “ragazza, giovane donna” esattamente come in ebraico. Tuttavia, dopo l’affermarsi sia nel movimento cristiano che in altri movimenti ebraici, come gli Entratiti, di una esaltazione della verginità, considerata condizione più consona al rapporto con Dio, la versione dei Settanta venne riletta come una conferma del valore della verginità. In questo modo si andava compiendo un annullamento della realtà e dell'identità femminile, esaltata nella misura in cui veniva de-sessualizzata a favore dell’ideale di una condizione verginale; linea di pensiero che vide una delle sue più forti affermazioni in quel gruppo ebraico dei discepoli di Rabbi Yeshua di Nazaret che diede origine al cristianesimo..."

La Bibbia ebraica parlava semplicemente di una giovane donna che sarebbe diventata madre. La traduzione dei Settanta non evidenzierebbe in origine una precisa volontà di alterare il senso del brano di Isaia, se "almah" e "parthènos" avevano grossomodo lo stesso significato. 

Ma quando il cristianesimo si andò affermando - in un'epoca in cui parthènos ormai aveva il significato inequivocabile di 'vergine' - e con esso si andò affermando l'esaltazione della verginità stessa, la rilettura della Settanta produsse un fenomeno particolare: si scoprì nel Vecchio Testamento non quello che c'era (la giovane donna), ma quello che ci si era messo (la vergine). Quello che ci si voleva vedere: data da allora la certezza di una profezia sulla verginità della Madre del Messia, profezia che in realtà non è mai esistita. 

L'ambiguità dei termini nei tempi antichi può aver contribuito alla costruzione di un castello di fede. Continuare a sostenere per secoli la profezia della verginità della Madonna ha poi avuto il significato di costruire (e mantenere) un castello di frode. 

Un po' più realistica appare invece la critica storica quando individua precedenti di 'Madri Vergini' a monte della vicenda mariana, come Iside e il figlioletto Horus, ad esempio, o - meno conosciuta, ma forse più prossima all'incipit cristiano - la vicenda di Anahita, la madre del dio nel culto misterico di Mitra di cui parlo indirettamente anche nel post "Fanciulla persiana" in relazione alla figura della daêna.

"Per il suo popolo rappresentava la figura della madre che lo nutre, ma anche della guerriera che lo protegge. Nelle raffigurazioni spesso appare con un mantello e un copricapo dorato, ornata di orecchini. In altre occasioni viene descritta come colei che governa gli eventi meteorologici (...) Fu una divinità minore nell'antica religione dello zoroastrismo, ma durante l'impero achemenide fu identificata tra i popoli della Siria come una sintesi delle divinità Anat e Asherah. Il tempio selucide di Kangavar in Iran (c. 200 a.C.), è dedicato a “Anahita, l’Immacolata Vergine Madre del Dio Mitra”. La terminologia cristiana della vergine Maria è fortemente legata a questa dea che era insieme madre e vergine immacolata" (fonte Wikipedia).

In conclusione, nella Bibbia ebraica non si prefigura alcuna Madre Vergine e Immacolata, che è invece immagine femminile derivante dal culto di Mitra.


Statua di Anahita (da http://digilander.libero.it)

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